Ricostruzione del seno con il lembo del gran dorsale
Almeno il 60% dei pazienti che hanno subito un trattamento di mastectomia radicale optano per la ricostruzione del seno.
Foto prima e dopo
Introduzione:
Circa il 60% delle pazienti che subiscono una mastectomia decidono di ricorrere alla ricostruzione del seno. Vi sono diverse tecniche per questo intervento: con protesi in silicone o siero fisiologico oppure con i lembi autologhi, cioè proveniente dai tessuti della paziente stessa. Lo scopo di questa tecnica è di evitare di utilizzare un corpo estraneo.
Un altro vantaggio considerevole di questo metodo è il fatto di non dover più intervenire con operazioni successive.
La ricostruzione con il lembo del gran dorsale è molto conosciuta ed è l’operazione più frequente fra i lembi. Il muscolo del gran dorsale è un muscolo dritto localizzato tra la schiena, il bacino, la colonna vertebrale, la scapola fino ad arrivare al braccio attraverso un tendine specifico. Vista al sua estensione, si tratta di un muscolo che permette di creare un volume importante. Visto che non è collegato ai movimenti della spalla, il suo utilizzo per la ricostruzione del seno non provoca nessun effetto sulla mobilità degli arti superiori della paziente. Contemporaneamente alla ricostruzione con lembo del gran dorsale, viene effettuata una simmetrizzazione del seno controlaterale, con due o tre cicatrici conseguenti a seconda dell’anatomia iniziale della paziente: la prima intorno all’aureol, la seconda è verticale mentre la terza si trova nella piega alla base del seno.
Intervento:
La ricostruzione mammaria con lembo del gran dorsale richiede in media da 2 a 3 ore di chirurgia. La paziente è inizialmente adagiata su un lato, così da poter asportare il lembo. In seguito viene messa in posizione supina per poter posizionare e fissare correttamente il lembo sul seno da ricostruire. Le nuove tecniche raccomandano di prelevare il muscolo gran dorsale in modo autologo, cioè senza protesi in silicone evitando così di accumulare gli effetti indesiderati dei due metodi. Con la democratizzazione del lipofilling, o iniezione di grasso, è ancora più semplice ricostruire un seno con il lembo de gran dorsale dandogli il volume più adatto possibile, facendo appunto ricorso in fase post-operatoria a due o tre sedute di lipofilling per ottimizzare il modellamento. Questo tipo di ricostruzione permette di ricreare un seno naturale fino ad una coppa C o D.
Un altro vantaggio del lipofilling è che il grasso si preleva da zone in eccesso con una lipoaspirazione che ha anche una finalità estetica. Si tratta essenzialemente dei fianchi, addome, cosce o ginocchia.
Questa tecnica di ricostruzione è particolarmente affidabile dato che il lembo del gran dorsale è vascolarizzato da vasi sanguigni collegati direttamente ai vasi ascellari, conosciuti per avere una buona irrorazione, il che permette un’ottima resistenza soprattutto nel caso di una radioterapia.
A livello di cicatrici, questa tecnica non lascia nessun segno aggiuntivo a livello del seno. Si avrà però una cicatrice inevitabile sulla schiena di circa 15 cm, leggermente obliqua, che potrà essere dissimulata dalle bretelle del reggiseno
Fase postoperatoria:
All’inizio si hanno dei dolori leggeri controllabili con analgesici e antinfiammatori consigliati nei primi giorni. Sempre nel primo periodo, è possibile avere una diminuzione della sensibilità cutanea a livello dorsale e del torace, associata a degli edemi che si ridurranno progressivamente nel giro di 4 mesi. Le ecchimosi sono inevitabili, con una durata di circa 15 giorni.
In alcuni casi, si possono avere degli accumuli di linfa a livello dorsale, da eliminare con un drenaggio.
Con il progredire della tecnica del lembo del muscolo gran dorsale, la superficie di pelle utilizzata è diminuita, con il vantaggio di conservare l’elasticità della schiena nonché una certa mobilità, che permettono di limitare considerevolmente i dolori cronici ma anche la dimensione delle cicatrice. Considerato il tipo di intervento, tutte queste complicazioni sono piuttosto leggere e facilmente gestibili con delle semplici medicazioni.
Per 30 giorni è fortemente consigliato di portare un reggiseno post-operatorio, con una medicazione necessaria ogni due settimane. I drenaggi Redon, che permettono l’evacuazione delle secrezioni nei primi giorni successivi all’intervento, sono tolti dopo 5 o 10 giorni.